I fatti del 14 ottobre 1944
La mattina del 14 ottobre 1944 un distaccamento della 7^ G.A.P., formazione partigiana di giovani combattenti, veniva informato che nella cascina Guernelli di via Saliceto, altri loro compagni, dirigenti del movimento partigiano, erano stati accerchiati e fatti prigionieri dei nazifascisti. Il comandante della formazione Franco Franchini, di Imola, detto Romagna, radunò tutti i 27 uomini del distaccamento e assieme decisero di attaccare il nemico per liberare i prigionieri. Poco dopo le 9, favoriti dalla nebbia, i partigiani si avvicinarono alla cascina Guernelli e attaccarono il nemico, numericamente molto più forte, sbaragliando i nazifascisti e liberando i prigionieri. Nella battaglia venne colpito a morte il Comandante Romagna; i compagni lo soccorsero, presero una automobile dei fascisti per portarlo all’ospedale di Bentivoglio, ma, poco prima di arrivarci, Romagna morì dissanguato. Fu la perdita di un grande comandante partigiano che era sempre stato davanti a tutti nel condurre la battaglia
Franco Franchini - Medaglia d'Argento al Valor Militare
La formazione partigiana dopo la battaglia si spostò verso Granarolo, attraverso i campi.
Durante la giornata però i nazifascisti tornarono in forze da Bologna, arrestarono le persone che passavano per le strade, oltre a prelevarne nelle case vicine. Nella stessa serata ben trentasei persone vennero trucidate dentro una fossa che serviva da rifugio antiaereo e abbandonate semicoperte da un po’ di terra.
Fu una di quelle giornate che chi l’ha vissuta non se la dimentica; da un lato il grande coraggio e lo spirito combattivo dei partigiani, dall’altro un atroce delitto nei confronti di trentasei persone inermi trucidate barbaramente, che avevano, gran parte di loro, il solo torto di aver aiutato in qualche modo i partigiani, al solo scopo di porre fine alla guerra, liberare l’Italia dall’oppressione nazista e farla finita con il fascismo.
Il monumento ai Caduti di Sabbiuno
Testo a cura dell’ANPI.