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La Sindaca assolta definitivamente in Cassazione

 
La Sindaca assolta definitivamente in Cassazione

 

Giardino della scuola di Trebbo: la Sindaca Belinda Gottardi assolta definitivamente in Cassazione

 

Il 13 ottobre 2017 la V Sezione penale della Corte di Cassazione si è pronunciata sul ricorso che la Sindaca di Castel Maggiore, Belinda Gottardi difesa e assistita dall’av. Luca Moser, aveva proposto contro la sentenza di condanna per falso ideologico emesso dalla Corte d’Appello di Bologna il 16 giugno 2016 (presidente Magagnoli, estensore Chiappelli), annullando senza rinvio la medesima condanna con la formula perché il fatto non costituisce reato.

 

Si tratta di una decisione di piena assoluzione che fa seguito alla rinuncia al diritto alla prescrizione da parte del Sindaco Gottardi che, nella consapevolezza di avere sempre agito con correttezza e in assoluta buona fede e contando sull’efficacia di una ricostruzione difensiva in grado di smontare non solo “in diritto”, ma anche nel merito le accuse indebitamente attribuitele a seguito di un esposto (all’evidenza strumentale) da parte di un consigliere di minoranza, non intendeva avvalersi della comoda “via di fuga” della prescrizione, che avrebbe neutralizzato la condanna, ma non le avrebbe reso onore.
Oggi la Suprema Corte di Cassazione, con una pronuncia che entra nel merito delle accuse, ha definitivamente statuito che alcun rimprovero avrebbe potuto e dovuto essere mosso a Belinda Gottardi in quel contesto.

 

La Sindaca dichiara “sono sempre stata convinta che dopo l’assoluzione in primo grado la condanna emessa in Appello fosse ingiusta e immotivata, per questo avevo anche rinunciato alla scorciatoia della prescrizione. Sono passati 11 anni dalla delibera oggetto delle contestazioni, e ci sono voluti 5 anni, tre gradi di giudizio e anche un rilevante impiego di risorse pubbliche per fare certezza su un errore tecnico che non ha causato alcun danno di sorta, né di tipo erariale in quanto nessuna somma è mai stata erogata in attuazione di quella delibera, né tantomeno sotto il profilo della sicurezza di un cantiere che in realtà non ha mai aperto i propri lavori a causa dei limiti imposti dal patto di stabilità.

Tutto questo per un esposto presentato da un consigliere comunale di cui non si ricordano interventi in consiglio o proposte per il paese, ma solo un atteggiamento livoroso che ha intasato gli uffici con esposti e accessi agli atti che non hanno portato a nulla, ma che hanno certamente rappresentato un costo per la collettività.

Ringrazio l’efficace assistenza legale di Luca Moser che ha creduto insieme a me in questa battaglia, e ringrazio i tantissimi cittadini e i colleghi amministratori che in questi anni mi hanno espresso solidarietà, la loro fiducia mi ha aiutato ad andare fino in fondo e a superare una fase critica anche sul piano personale. Continuo a testa alta il lavoro al servizio della collettività, certa che i cittadini di Castel Maggiore avranno buona memoria del fango che qualcuno ha cercato di gettarmi addosso”.

 

Riportiamo in calce le sentenze emesse nei tre gradi di giudizio: dal Tribunale di Bologna, dalla Corte d'Appello di Bologna, dalla Corte suprema di Cassazione di Roma


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