Discarica ASA
La responsabilità di amministrare
Posizioni di principio e interesse collettivo
Editoriale della Sindaca Belinda Gottardi sul numero 142 di InComune - dicembre 2020
Tiene banco ormai da un po’ di tempo la questione della richiesta avanzata da ASA, società del gruppo Hera, di ampliare ulteriormente la capacità di stoccaggio di rifiuti speciali della discarica in via Saliceto: si tratterebbe quindi dell’ulteriore innalzamento della collina già oggi visibile tra la Provinciale Saliceto e l’autostrada A13.
La procedura di autorizzazione non è in capo al comune ma ad una Conferenza dei Servizi alla quale partecipano enti deputati alla verifica e tutela, che sono chiamati ad esprimere un parere tecnico, in primo luogo Arpae e il Servizio Valutazione Impatto e Promozione Sostenibilità Ambientale.
Questi enti stanno sottoponendo la richiesta ad un meticoloso esame, mentre il Comune di Castel Maggiore, anch’esso presente nella Conferenza, deve solo confermare la conformità urbanistica. Gli enti che hanno esaminato la documentazione e le analisi riguardanti la discarica, non hanno individuato elementi tecnici di contrarietà. Da un lato questo dato ci conforta, perché testimonia in modo chiaro e certo, che la discarica è gestita correttamente e che da essa non sono derivati disagi o pericoli per la salute. Non ci sono tracce di inquinamento, di cattivi odori, di sversamenti nelle falde, o altre problematiche che potrebbero derivare da una attività industriale male organizzata. Allo stato attuale, non sussistendo alcuna problematica, il parere degli enti preposti ai controlli si profila favorevole.
Tuttavia, alla luce di un’analisi dei fatti e del contesto condivisa con le forze della maggioranza in Consiglio comunale, ho ritenuto di esprimere alcune considerazioni, scrivendo al Presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e alle Assessore regionali Schlein e Priolo, oltre che agli enti presenti in conferenza dei servizi. Queste considerazioni ritengo vadano condivise con tutti i cittadini di Castel Maggiore:
<<La discarica ASA è sul nostro territorio dagli anni ’90 e non ci ha mai arrecato nessun comprovato disturbo o disagio ambientale.
Noi ci siamo sempre fatti carico delle complessità che anno dopo anno discendono dal fatto che la discarica è vista in termini sempre più negativi dalle associazioni ambientaliste e da una sensibilità ambientale sempre più condivisa dai cittadini, e di conseguenza il dialogo si fa via via più complicato.
Crediamo che le amministrazioni locali debbano contribuire al sistema di gestione dei rifiuti e non si possa creare una diffusa sindrome nimby istituzionale (“fate pure la discarica, ma non nel mio comune”), ma crediamo anche che serva un piano regionale dei rifiuti che, per quanto non incida direttamente sulla gestione dei rifiuti speciali, deve descrivere un assetto che tenga conto anche delle esigenze del sistema produttivo.
Ci risultava che la vita della discarica volgesse al termine e di questo avevamo dato ampia diffusione ai nostri concittadini, ma oggi ci troviamo di fronte a una richiesta di nuovo ampliamento che per certi versi non pare tecnicamente irricevibile, ma ci mette di fronte al fatto che avevamo già rassicurato cittadinanza e portatori di interessi che l’attività era ormai finita; a questo aggiungo che non ci sono prospettive certe, chiare e definite, sotto il profilo istituzionale e di pianificazione amministrativa, sul futuro dell’assetto delle discariche.
Ci troviamo in difficoltà, perché come amministratori non vogliamo sottrarci ad un dovere di responsabilità nella gestione del processo di produzione di rifiuti, ma nello scenario che si è determinato questo ci risulta particolarmente complesso, e ci troviamo nella difficoltà di dover rispondere a quei concittadini che si chiedono quando finirà l’attività e qual è il futuro dell’area della discarica, perché si potrebbero prospettare ulteriori proroghe.
Dal punto di vista dell’istituzione locale, per quanto si convenga sul fatto che le discariche siano necessarie e che i territori debbano farsene carico senza assecondare particolarismi, ci troviamo in seria difficoltà ed esprimiamo nell’appunto allegato alla presente una serie di considerazioni di merito, consapevoli che esse non rappresentano un parere tecnico, ma incarnano un disagio della collettività locale che riteniamo opportuno resti agli atti dei lavori della conferenza dei servizi>>.
In passato ho avuto modo di pronunciarmi per la chiusura dell’impianto, perché esso, dopo due proroghe, si avviava alla cessazione delle attività, e questa ulteriore richiesta ci lascia sorpresi e infastiditi, ma al tempo stesso mi imbarazza adottare una posizione di avversione che non è suffragata da alcun elemento tecnico e pertanto stride con il senso di responsabilità che ritengo debba contraddistinguere un pubblico amministratore.
La visuale di chi, come il sindaco, deve guardare a tutti gli aspetti di una problematica, pone due prospettive: da un lato una giusta posizione di principio che guarda a un ragionamento generale sul tema dei rifiuti, dall’altro lato la soluzione pratica di un problema: qual è la misura dell’interesse collettivo?
Queste festività natalizie arrivano in un momento durissimo per il nostro paese: la pandemia non sembra placarsi e impone misure restrittive e austerità. A tutte e tutti, alle famiglie, ai lavoratori e alle lavoratrici, alle imprese, agli studenti e alle studentesse, ai nonni e alle nonne, gli auguri di passare festività il più serene possibile, confidando in un 2021 di ripresa sotto tutti i punti di vista.
Belinda Gottardi
La lettera al presidente della Regione Emilia - Romagna