Emilia-Romagna generosa
L’accoglienza in Emilia-Romagna: oltre 19.000 i profughi arrivati in fuga dalla guerra, il 25% circa di quelli presenti in Italia. Riunito il 31 marzo in Prefettura a Bologna il Comitato istituzionale regionale per l’Emergenza Ucraina convocato dal presidente Bonaccini, presenti la ministra dell’Interno, Lamorgese, il capo Dipartimento della Protezione civile, Curcio, il coordinatore delle Prefetture dell’Emilia-Romagna, Visconti
Le presenze
Sono 19.079 i profughi arrivati sinora in Emilia-Romagna, di cui 8.353 minori (dati aggiornati a ieri, 30 marzo). Rimini è la città con il maggior numero di persone ospitate, 3.477 (di cui 1.585 minori); seguono Bologna con 3.286 profughi (di cui 944 minori); Reggio Emilia con 2.898 (di cui 1.360 minori); Modena con 2.577 (di cui 1.247); Ferrara con 1.744 (di cui 857 minori); ForlìCesena con 1.347 (di cui 646 minori); Piacenza con 1.309 (di cui 585 minori); Ravenna con 1.265 (di cui 606 minori) e Parma con 1.176 (di cui 523 minori) persone accolte. In tutta la regione, sono 1.344 i profughi accolti nella rete dei Cas, la cui disponibilità in questi giorni sta arrivando a ulteriori 830 posti. Per quanto riguarda la sanità, sempre alla data di ieri, 30 marzo, erano stati rilasciati 16437 codici STP (Straniero Temporaneamente Presente).
La sanità
La Regione ha istituito l’Unità di crisi per l'emergenza Ucraina, con funzioni di coordinamento, integrazione e raccordo tra enti e istituzioni. Per quanto riguarda il Servizio Sanitario Locale, le Ausl dell’Emilia-Romagna sono dotate di servizi specifici di accoglienza e prima accoglienza dei migranti che operano in collaborazione con mediatori culturali e con organizzazioni di volontariato locali per garantire, oltre alle attività di prevenzione, anche un pronto intervento sanitario. Alla pagina https://salute.regione.emilia-romagna.it/emergenza-ucraina sono state raccolte tutte le informazioni e la documentazione per l’assistenza sanitaria dei profughi, con numerosi documenti tradotti in ucraino.
Gli hot spot sanitari attivati nelle Ausl del territorio garantiscono il rilascio del codice STP (Straniero temporaneamente presente) per consentire ai migranti di beneficiare delle prestazioni sanitarie e dell’eventuale dichiarazione dello stato di indigenza, l’effettuazione del test antigenico rapido tramite tampone nasofaringeo e contestuale rilascio del referto, lo screening per malattie tubercolare con esecuzione di test Mantoux e, se necessario, approfondimenti diagnostici (Quantiferon e Rx Torace), la valutazione dello stato vaccinale ed eventuale avvio al percorso vaccinale anti-Covid19, la verifica dello stato vaccinale nei minori per la frequenza della collettività scolastica (ai sensi della legge 119/2017) e vaccinazioni obbligatorie per frequentare i servizi prescolastici, l’orientamento per accedere ad altri servizi sanitari e ad altri punti di accesso rivolti ai migranti.
Ogni Ausl ha inoltre un numero unico dedicato a gestione e presa in carico degli animali d’affezione in accompagnamento ai proprietari.
Scuola
Gli studenti inseriti nelle scuole dell’Emilia-Romagna a oggi sono circa mille; l’ingresso nelle scuole è subordinato al rispetto delle norme sanitarie, a partire dalle vaccinazioni. Le istituzioni coinvolte nell’accoglienza degli studenti provenienti dall’Ucraina attivano il percorso di accoglienza a partire dal momento in cui avviene la presa in carico delle persone presso il Comune di residenza temporanea, e lo fanno secondo le indicazioni fornite dal ministero dell’Istruzione e dal Servizio Prevenzione collettiva e sanità pubblica della Regione. Dopo l’inserimento, le autonomie scolastiche operano secondo le indicazioni ministeriali, e in particolare possono attivare il supporto psicologico e il supporto linguistico, ovvero l’affiancamento del personale scolastico da parte di mediatori linguistici e culturali che favoriscano l'interazione e la comunicazione interpersonale.
Università
Va segnalato il pacchetto di misure straordinarie per l’accoglienza, il supporto e il sostegno agli studenti universitari provenienti dall’Ucraina: Regione e Università dell’Emilia-Romagna hanno deciso di aprire le porte alle studentesse e agli studenti in fuga dalla guerra, per consentire loro di continuare il proprio percorso di studio e formazione.
L’ordinanza di Protezione civile
Accoglienza diffusa tramite il terzo settore e contributo di sostentamento per chi ha trovato autonoma sistemazione L’ordinanza n.881 firmata il 29 marzo dal capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, disciplina l’accoglienza, il soccorso e l’assistenza alla popolazione ucraina arrivata in Italia.
Il documento regola le modalità di attuazione dell’accoglienza diffusa, tramite gli avvisi di manifestazione di interesse rivolti a enti del Terzo settore, ai Centri di servizio per il volontariato, alle associazioni e agli enti religiosi civilmente riconosciuti, a beneficio delle persone che richiedono la protezione temporanea.
Le procedure prevederanno forme e modalità per offrire, ai soggetti beneficiari, servizi di assistenza e accoglienza, attivabili per un massimo di 15mila posti in Italia.
L’ordinanza, inoltre, riconosce alle persone richiedenti la protezione temporanea che hanno trovato un’autonoma sistemazione un contributo di sostentamento pari a 300 euro mensili pro capite e, in presenza di minori, è riconosciuto un contributo addizionale mensile di 150 euro per ciascun figlio di età inferiore a 18 anni. Si tratta di una misura temporanea della durata massima di 90 giorni dall’ingresso in Italia, salvo proroghe, e l’erogazione sarà in contanti.
Le modalità operative con cui presentare la domanda ed ottenere il contributo verranno definite nei prossimi giorni.
Gli altri punti dell'ordinanza riguardano soprattutto l'accesso al servizio sanitario nazionale - per prima cosa si stabilisce che i rifugiati destinatari della protezione temporanea sono equiparati ai cittadini italiani per quanto riguarda l’assistenza sanitaria - e misure di rafforzamento per la gestione dei minori non accompagnati.
Raccolta regionale fondi
Al lavoro fatto (e in corso) da Regione, Prefetture, Comuni e Terzo settore, si aggiunge la grande risposta degli emiliano-romagnoli: ammontano già a due milioni di euro le donazioni per l’assistenza ai profughi in fuga dalla guerra in Ucraina, fatte sul conto corrente intestato all’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile