Discarica ASA - Comune di Castel Maggiore

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Discarica ASA

 

Discarica ASA: l’opposizione del Comune di Castel Maggiore

Ricorso al TAR contro l’ulteriore ampliamento dell’impianto di rifiuti speciali autorizzato da Regione e ARPAE

 

E’ una storia senza fine quella della discarica per rifiuti speciali gestita da ASA SCpA (società del gruppo Hera): nel 2021 veniva autorizzata una revisione delle capacità di stoccaggio dell’impianto, con la possibilità di conferire altri 220.770 metri cubi (pari a 419.000 tonnellate) di rifiuti negli anni dal 2021 al 2024, venivano fissate le quote dei profili della discarica (con un’altezza massima di 55 metri), venivano fissate le quantità massime annue di conferimenti di rifiuti, veniva fissato al 27/9/2026 il termine di realizzazione del progetto, articolato in 4 anni di conferimenti e un anno per la copertura finale.

Nel 2021 il Comune di Castel Maggiore aveva partecipato al processo di autorizzazione in sede di “conferenza dei servizi”, adottando anche una variante urbanistica per autorizzare l’ampliamento entro i limiti di quantità, spazio e tempo e specificati.

 

Tra ottobre 2024 e febbraio 2025 con due atti dirigenziali ARPAE autorizza un ulteriore ampliamento dell’attività della discarica, stimato in 55.000 metri cubi pari a 104.500 tonnellate di rifiuti da recupero di sostanze inorganiche, al fine di parificare la sommità della collina di rifiuti e installare così col massimo profitto possibile un impianto fotovoltaico a beneficio di ASA.

Sono bastati due semplici atti amministrativi dirigenziali, senza condivisione del Comune, che rappresenta e tutela gli interessi della comunità di Castel Maggiore, per permettere di considerare l’ampliamento di 100.00 tonnellate una variazione non sostanziale della precedente autorizzazione, superando del 25% i quantitativi di rifiuti che in precedenza erano stati individuati come massimi possibili: tutto questo senza neppure coinvolgere l’amministrazione comunale.

 

Per il Comune il progetto è in contrasto con il provvedimento di autorizzazione rilasciato nel 2021, basato su una Valutazione di Impatto Ambientale, è in contrasto con il regolamento Urbanistico del Comune, è in contrasto con gli elementi di cautela ambientale che avrebbero richiesto almeno la convocazione della conferenza dei servizi con la partecipazione del Comune e la valutazione di una nuova Autorizzazione ambientale basata su una nuova VIA.

 

Da qui la decisione del Comune di ricorrere al TAR.

 

Il Sindaco Luca Vignoli spiega che “i provvedimenti assunti dalla Regione Emilia – Romagna consentono di fatto un forte ampliamento della discarica che supera in modo sensibile i limiti precedentemente stabiliti e giudicati compatibili anche sotto il profilo ambientale, stabiliti a suo tempo con una procedura concertata e complessa. Siamo davanti ad una ulteriore crescita in altezza di un impianto che ha modificato per sempre il paesaggio della campagna e che ha impattato per decenni su un’area agricola, per di più violando il nostro Regolamento Urbanistico. Tutto questo al solo fine di massimizzare i profitti che ASA SCpA conta di ricavare non solo dall’ulteriore stoccaggio di rifiuti, ma anche dalla collocazione in perfetto piano di un impianto fotovoltaico sopra la sommità della collina.

 

Questa è una prepotenza che non possiamo accettare, nell’interesse della comunità che rappresentiamo: per questo, abbiamo depositato al Tribunale Amministrativo Regionale un ricorso contro la Regione Emilia–Romagna ed ARPAE (Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna), contestando la violazione del Regolamento Urbanistico, la violazione delle disposizioni della Valutazione di Impatto Ambientale rilasciata nel 2021, chiedendo il blocco dei lavori di ampliamento e una nuova analisi complessiva della situazione per accertare se davvero si tratti di semplici variazioni non sostanziali della precedente autorizzazione o sia invece necessaria una nuova procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.

 

E’ una questione di ambiente, perché la discarica non può crescere in eterno e questo territorio ha già dato il proprio contributo, ed è una questione di democrazia, perché decisioni così impattanti vengono sottratte al confronto con le istituzioni rappresentative della comunità locale”.


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