Pensando a ciò che accadde meno di un secolo fa nei campi di sterminio, è ancora oggi inevitabile e fondamentale interrogarsi sull’origine del male: com’è stato possibile per degli esseri umani perpetrare quell’orrore?
In occasione del Giorno della Memoria, Agorà presenta uno spettacolo che si addentra nelle più profonde oscurità della storia e dell’animo umano: In quelle tenebre, con Nicola Bortolotti e Rosario Tedesco, in scena sabato 25 gennaio alle ore 21 al Teatro Biagi D’Antona di Castel Maggiore (BO). (Ingresso gratuito con prenotazione).
In quelle tenebre ripercorre la storia di Franz Stangl, comandante dei campi di sterminio di Sobibór e Treblinka, in Polonia, nel 1942-1943, l’unico comandante di un campo portato davanti a un tribunale. Sopravvissuto alla guerra e fuggito in Brasile, viene arrestato nel 1967 e rinchiuso a Düsseldorf, in Germania. Lì, nella sua cella, nel 1971, Gitta Sereny, una giornalista inglese ebrea, nata in Austria e di origini ungheresi, lo intervista per 70 ore, facendosi raccontare la sua vita: 19 ore dopo il loro ultimo incontro, lui muore. Durante questo lungo colloquio, la giornalista scende con Stangl nel suo buio, ponendo le domande eterne che da sempre ci assillano su come e perché tutto ciò sia stato possibile, nella speranza di potersi avvicinare a una verità in grado di gettare luce in quelle tenebre.
Come un messaggero da tragedia greca, Gitta Sereny – colei che pone domande –, ha visto l’orrore ed è tornata indietro da quel confine, per noi inesplorato, per raccontarcelo – scrive Rosario Tedesco -. Oggi, nel nostro tempo fuori sesto, nel nostro presente che vede la comunità sempre più spezzata e preda dei suoi peggiori istinti, credo che il delicato ruolo di Gitta Sereny debba essere affidato proprio alla comunità, ovvero al pubblico, che così non solo assisterà allo spettacolo, ma ne diverrà parte attiva e motrice.
Nuove domande verranno portate sulla scena poste dagli spettatori, domande semplici e coraggiose che innescano risposte da tenebra: perché? cosa hai fatto? cosa pensavi mentre lo facevi? Prima dell’inizio dello spettacolo delle buste chiuse e colorate verranno distribuite al pubblico: seguendo l’ordine progressivo delle buste, saranno gli spettatori a prendere voce e a rivolgersi direttamente a Stangl. Si procederà così, di domanda in domanda, di risposta in risposta. Il tempo che si voleva bloccare per sempre, grazie a queste domande-chiave ritorna a scorrere. Poiché una comunità che interroga il passato lo rende vivo.
Nicola Bortolotti
Diplomato nel 1995 alla scuola del Teatro Stabile di Torino diretta da Luca Ronconi, ha debuttato come interprete protagonista de Lo stilita, per la regia di Mauro Avogadro. Ha lavorato con Ronconi (Verso Peer Gynt, I fratelli Karamazov, Candelaio), con Giancarlo Cobelli (Re Giovanni, Satyricon, Aspettando Godot), Glauco Mauri (Il bugiardo), e ancora, tra gli altri, con Mauro Avogadro, Marisa Fabbri, Daniele Salvo, Francesco Frongia, Mario Perrotta. Con Lorenzo Fontana, insieme a Elena Russo Arman, Franca Penone, e Alessandro Mor (Invisibile Kollettivo), debutta nel 2018 all’Elfo Puccini di Milano ne L'avversario di Emmanuel Carrère. Dal 2010, lavora con Emilia Romagna Teatro, recitando sotto la guida di Claudio Longhi (La resistibile ascesa di Arturo Ui, Istruzioni per non morire in pace, La classe operaia va in paradiso), e come docente di recitazione e analisi del testo presso la Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro. Diretto da Rosario Tedesco recita ne I Fisici di Dürrenmatt, Il Vicario di Hochhuth e Destinatario sconosciuto di Kressmann-Taylor.
Rosario Tedesco
Attore e regista, si è formato alla scuola di Luca Ronconi. Ha collaborato tra gli altri con Antonio Latella. Per il cinema ha preso parte a importanti produzioni internazionali, recitando a fianco di Anthony Hopkins, Udo Kier, Michael York. Ha lavorato con compagnie multiculturali, con cui ha recitato nei più importanti teatri nazionali e in tournée internazionali. Nel 2017 e 2018 ha diretto con Matteo Caccia il Festival Mosto (il succo delle storie), primo festival di narrazione mirato all’intreccio di esperienze, tra teatro, giornalismo e promozione del territorio. Con il progetto Doppio sogno per Palermo. 5 quadri per la città, da lui stesso ideato e diretto, ha sperimentato un’idea contemporanea di Stadtspiel (teatro di città), prodotto dal Goethe-Institut Palermo e interpretato da Pasquale di Filippo. Un personale percorso di teatro civile traspare dagli spettacoli di cui ha curato regia e adattamenti, che vedono come protagonista la Storia del XX secolo e della responsabilità individuale: Il Vicario di Rolf Hochhuth, I Fisici di F. Dürrenmatt, Destinatario sconosciuto di K. Kressmann-Taylor, Infanzia Berlinese di Walter Benjamin.
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